Sono una madre surrogata
Irina
Qualche parola su di me:
Ho 32 anni. Sposata. Ho 2 figli: figlia ha 8 anni e figlio – 5 anni. Sono una maestra di musica. Un anno fa sono stata la madre surrogata (ho dato alla luce i gemelli). Un’altra volta sono stata la donatrice di oocite.
Per dire la verità sono diventata una donatrice a causa della situazione finanziaria complicata. Madre è stata ammalata e ci occorrevano i soldi per l’operazione. Mi stessa sono appena divorziata e allevavo la mia prima figlia da sola. Mia cugina mi ha raccontato della possibilità di partecipare al programma di donazione, lei curava l’infertilità e sapeva molte cose della donazione. Lei mi ha suggerito dove si può rivolgermi – è stata una clinica grande a Kharkiv. Presso la clinica funziona un’agenzia che si occupa della formalizzazione dei documenti per i diversi programmi.
A quel punto pensavo che i tali situazioni hanno un elemento dell’assistenza reciproca – io aiuto la coppia e coppia aiuta me. La mia prima esperienza era legata con una donna che aveva la disfunzione dell’ovaia. Medicina è la mia bestia nera, ma mi hanno spiegato che il suo organismo non poteva produrre le oocite.
Dopo la fecondazione assistita efficiente la donna è rimasta in cinta e ha dato alla luce una femmina. Io era molto lieta di lei. Perché sono stata io ad aiutarla di diventare la madre. I soldi sono andati al secondo piano sebbene mi hanno aiutato moltissimo. Tutto è andato bene e io non pensavo più della possibilità di essere la donatrice. Anche ci ho pensato che alla mia madre è stata data la possibilità di vivere e la sua operazione è andata bene perché io ho aiutato a far creare una vita nuova.
Sono passati 2 anni, mi sono sposata per la seconda volta e trasferita da mio marito nella regione di Kiev. Una volta nell’Internet per caso ho letto un annuncio della selezione organizzata delle candidature di madri surrogate. Per la curiosità ho visitato il sito dell’agenzia. Ho letto le condizioni, ho guardato le notizie, l’informazione sul trattamento dell’infertilità e ad un tratto ho sentito un caldo affetto di maternità. Non rendendomi il conto ho riempito il questionario e... semplicemente l’ho spedito. Passato il fine settimana ed io ho dimenticato del mio impulso di maternità. All’improvviso ho ricevuto una mail via posta elettronica, dove c’era scritto - vi preghiamo di contattarci, il numero di telefono scritto da lei nel questionario non risponde. Li ho richiamati e poi sono andata all’agenzia. Sono stata così ispirata ed agitata.
Nell’agenzia mi è piaciuto tutto: un ufficio bello nuovo, rapporti d’affari, atteggiamento responsabile. La compagnia è nuova, ma lavorano secondo lo standard occidentale: tutto è chiaro e comprensibile: ti sottopongono ad un “screening” (esame), tu sottoscrivi l’accordo e poi ti mettono nella banca dati delle madri surrogate. Dopo aver saputo che mi sono sposata mi hanno chiesto di concordare tutto con il mio marito. A quel punto ho avuto la paura per la prima volta, siccome il mio marito non ne sapeva niente. Quale sarebbe il suo atteggiamento? Lui potrebbe volere un altro figlio suo. Per la mia grande sorpresa il marito mi ha sostenuto. Però lui è stato preoccupato se i genitori non deciderebbero di lasciare il bambino, perché l’orfanotrofio non è un posto appropriato per i bambini. Tra 2 giorni ho fatto tutte le analisi, test e ho stipulato un accordo con l’agenzia. In un mese io sono stata invitata ad un colloquio con gli aspiranti genitori. Per la sfortuna non sono stata scelta. Ero molto triste, ma è stato il loro diritto. Sono passati 2 mesi senza alcune telefonate. Mi sono già stata un po’ calmata. Ma ad un tratto in una sera di Venerdì ho ricevuto una telefonata dall’agenzia. Mi hanno chiesto di venire più presto possibile alla mattina di Sabato. Ci sono venuta senza alcuna speranza. Ma dovrebbe essere il mio destino. All’incontro è venuta una coppia da Mosca – Oleg e Zhanna. Sono stata intervistata seconda. Abbiamo parlato per il lungo tempo, loro mi hanno chiesto tante domande sui miei bambini. Loro erano così postivi, così sinceri. Abbiamo stabilito il contatto fin dal primo momento. Tra un mese ho iniziato il programma. L’embryo transfer è stato realizzato con successo e mi sono rimasta in cinta... di due gemelli, come l’ho saputo dopo. Sono stata molto emozionata. Ci stavamo augurando uno all’altro. Dopo 5 mesi ho preso tanto peso, che neanche aspettavo. Ma tutto andavo bene perché io avevo appoggio di tutti. Neanche io non ne prestavo l’attenzione. Intorno a me c’era solo affezione e cura. Mi hanno affittato l’appartamento a Kiev dove con me abitava la madre di Oleh, che è venuta specialmente per aiutarmi, cucinarmi, fare pulizia. Lei mi trattava come la sua nuora, lei anche badava al mio figlio piccolo (chi ho portato con me).
Ho partorito con il taglio cesario. Mia coppia ha pagato per il parto in un prestigioso ospedale di maternità privato a Kiev, anche se prima non ne è stato concordato. Circa tre settimane prima del parto Oleh e Zhanna sono venuti da me. Loro passavano tutto il tempo insieme a me, dandomi il loro appoggio. Così abbiamo dato alla luce due maschi meravigliosi. Ero felice e loro erano molto felici. È stata la nostra vittoria comune. Ragazze non potete neanche immaginare che cosa significa di essere un madre surrogata. Ne significa di essere Fede, Speranza e Carità allo stesso tempo!